Passion lives here
con contributi di Gabriele
Una volta nella vita, quando capita: le olimpiadi a due passi da casa tua. Cinque folli giorni a rincorrere eventi, scoprirsi tifosi agguerriti di specialità finora sconosciute... Così mi sono ritrovato affascinato davanti alle schegge impazzite con gli occhi truccatissimi dello skeleton femminile; curioso di scoprire le regole di quel misterioso curling e allo stesso tempo espertissimo suggeritore della prossima mossa. Mai avrei pensanto di urlare "I-TA-LIA, I-TA-LIA" a squarciagola per incitare gli atleti del biathlon. Emozioni forti, fortissime queste di Torino 2006. Nemmeno troppo rammarico per quel super g rimandato (dalla tribuna non si vedeva nemmeno la linea di arrivo!), in fondo abbiamo ballato in una discoteca a cielo aperto grazie ai moltissimi animatori che rendevano piacevoli tutte le attese, in perfetto clima olimpico. Un'atmosfera favolosa che si respira ovunque e contagia tutti, al punto di tendere imboscate a palle di neve ad altri spettatori sulla via di casa... Grazie a chi ha organizzato per non aver lucrato su tutto, da inchinarsi davanti alla bottiglietta d'acqua a 1 euro o i panini con specialità di montagna a 3 euro. Grazie a quei ristoratori che non hanno ritoccato i prezzi, perché in fondo siamo gente di montagna, non dobbiamo approfittare dei turisti. Grazie alle migliaia di volontari sempre presenti e informati, grazie anche a quelli che sempre salutavano agli ingressi delle competizioni.
Memorabilia
- la medaglia di snud (snow-mud) vinta da Emmanuel quando è entrato con un piede in 20 centimetri di paciugo neve/fango (più fango che neve a dire la verità).
- la foto con la tipa al pub irlandese di Sauze che forse era un'atleta, visto che la fotografavano tutti.
- Simone che chiede a Nadia Fanchini: "ma tu chi sei"?
- La gentilissima Monica di Torino che con tutti i suoi amici ancora crede che io e Gabriele siamo canadesi - e l'accento latino è dovuto al fatto che i nostri genitori sono cubani o sudamericani. Monica era bellissimo sentirti così orgogliosa della tua città, continua così!
- il poliziotto che mi sgama mentre cerco di rivendere il biglietto e pensa che io sia un bagarino.
- il gruppo sloveno al biathlon.
- la serenata a Mary (CA-NA-DA!) fatta dai trombettisti tra le due gare di biathlon, e la successiva coda (piena di imbucati!) per farsi dare un bacio.
- la mia intervista alla NBC americana. Chissà se mi hanno trasmesso!
- la corsa folle verso piazza San Carlo sulle note dell'inno di Mameli.
- Gabriele che chiede a un volontario torinese dove sia la "casa estonia" per ovvi motivi di fratellanza olimpica e questo risponde "ma tu sei estono?".
- La cameriera della pizzeria Sciuscià, a fianco a piazza Vittorio, campionessa olimpica di rottura di bicchieri che pensa che Gabriele, essendo molto alto, sia un giocatore di baseball.
- Il trionfo francese al biathlon (inseguimento 12.5km) di cui non ci saremmo mai fatti una ragione se Stéphan, amico di Simone, non avesse offerto champagne a tutta la tavolata... (ebbene abbiamo cantato la MARSIGLIESE).
La passione vive qui. Un acquarello di colori che non sbiadiscono, che rimarranno per sempre nella mia memoria e nel mio cuore.
Una volta nella vita, quando capita: le olimpiadi a due passi da casa tua. Cinque folli giorni a rincorrere eventi, scoprirsi tifosi agguerriti di specialità finora sconosciute... Così mi sono ritrovato affascinato davanti alle schegge impazzite con gli occhi truccatissimi dello skeleton femminile; curioso di scoprire le regole di quel misterioso curling e allo stesso tempo espertissimo suggeritore della prossima mossa. Mai avrei pensanto di urlare "I-TA-LIA, I-TA-LIA" a squarciagola per incitare gli atleti del biathlon. Emozioni forti, fortissime queste di Torino 2006. Nemmeno troppo rammarico per quel super g rimandato (dalla tribuna non si vedeva nemmeno la linea di arrivo!), in fondo abbiamo ballato in una discoteca a cielo aperto grazie ai moltissimi animatori che rendevano piacevoli tutte le attese, in perfetto clima olimpico. Un'atmosfera favolosa che si respira ovunque e contagia tutti, al punto di tendere imboscate a palle di neve ad altri spettatori sulla via di casa... Grazie a chi ha organizzato per non aver lucrato su tutto, da inchinarsi davanti alla bottiglietta d'acqua a 1 euro o i panini con specialità di montagna a 3 euro. Grazie a quei ristoratori che non hanno ritoccato i prezzi, perché in fondo siamo gente di montagna, non dobbiamo approfittare dei turisti. Grazie alle migliaia di volontari sempre presenti e informati, grazie anche a quelli che sempre salutavano agli ingressi delle competizioni.
Memorabilia
- la medaglia di snud (snow-mud) vinta da Emmanuel quando è entrato con un piede in 20 centimetri di paciugo neve/fango (più fango che neve a dire la verità).
- la foto con la tipa al pub irlandese di Sauze che forse era un'atleta, visto che la fotografavano tutti.
- Simone che chiede a Nadia Fanchini: "ma tu chi sei"?
- La gentilissima Monica di Torino che con tutti i suoi amici ancora crede che io e Gabriele siamo canadesi - e l'accento latino è dovuto al fatto che i nostri genitori sono cubani o sudamericani. Monica era bellissimo sentirti così orgogliosa della tua città, continua così!
- il poliziotto che mi sgama mentre cerco di rivendere il biglietto e pensa che io sia un bagarino.
- il gruppo sloveno al biathlon.
- la serenata a Mary (CA-NA-DA!) fatta dai trombettisti tra le due gare di biathlon, e la successiva coda (piena di imbucati!) per farsi dare un bacio.
- la mia intervista alla NBC americana. Chissà se mi hanno trasmesso!
- la corsa folle verso piazza San Carlo sulle note dell'inno di Mameli.
- Gabriele che chiede a un volontario torinese dove sia la "casa estonia" per ovvi motivi di fratellanza olimpica e questo risponde "ma tu sei estono?".
- La cameriera della pizzeria Sciuscià, a fianco a piazza Vittorio, campionessa olimpica di rottura di bicchieri che pensa che Gabriele, essendo molto alto, sia un giocatore di baseball.
- Il trionfo francese al biathlon (inseguimento 12.5km) di cui non ci saremmo mai fatti una ragione se Stéphan, amico di Simone, non avesse offerto champagne a tutta la tavolata... (ebbene abbiamo cantato la MARSIGLIESE).
La passione vive qui. Un acquarello di colori che non sbiadiscono, che rimarranno per sempre nella mia memoria e nel mio cuore.